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29 OTTOBRE: GIORNATA MONDIALE CONTRO L’ICTUS

Il 29 Ottobre è il World Stroke Day, la giornata mondiale contro l’ICTUS. Ogni giorno associazioni di ogni parte del mondo, come la World Stroke Organisation (WSO), lottano per aiutare le persone contro questa tremenda malattia. Come? Cercando di sensibilizzare la popolazione e il Sistema Sanitario all’assistenza, alla cura ma prima di tutto alla prevenzione dell’ICTUS.

In questa battaglia ci siamo anche noi di Prevenzione Ictus promuovendo azioni concrete di screening per la prevenzione dell’ICTUS sul territorio. Monitorare in modo regolare la pressione arteriosa e la Fibrillazione Atriale è importante per prevenire le malattie cardiovascolari e il rischio di ICTUS.

Proprio per questo organizzeremo in tutte le Farmacie aderenti, una settimana di screening gratuito dell’Ipertensione e della Fibrillazione Atriale, i maggiori fattori di rischio ICTUS.

Dal 26 al 31 Ottobre potrai usufruire dello screening gratuito grazie all’utilizzo della Tecnologia validata clinicamente Microlife AFIB, suddivisa in AFIB Advanced e AFIBsens che effettua lo screening della Fibrillazione Atriale con 1 o 3 misurazioni.

La Tecnologia AFIB Advanced garantisce uno screening accurato e affidabile della Fibrillazione Atriale. In caso di rilevazione positiva di questa aritmia, una speciale valvola blocca lo sgonfiaggio a circa 60 mmHg per il tempo necessario a raccogliere informazioni equivalenti a 3 misurazioni. Tutti i misuratori di pressione AFIB Advanced sono dotati anche delle tecnologie AFIBsens e MAM per consentire ai pazienti aritmici, che necessitano di effettuare misurazioni ripetute, di avere risultati accurati, precisi e affidabili.

La Tecnologia AFIBsens permette di rilevare la Fibrillazione Atriale con l’accurato metodo oscillometrico. Rileva la Fibrillazione Atriale effettuando 3 misurazioni automatiche (tecnologia MAM) per una maggiore affidabilità. La tecnologia brevettata AFIBsens, nello specifico, è stata clinicamente testata in numerosi studi di tutto il mondo.

Misura la pressione e controlla la presenza o meno di una possibile Fibrillazione Atriale e ricorda, un giorno non basta! Fai una vita sana e controlla con regolarità la pressione Arteriosa e la Fibrillazione Atriale.

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FIBRILLAZIONE ATRIALE E TIPOLOGIE

La Fibrillazione Atriale, nella maggior parte dei casi, è la conseguenza di una malattia cardiovascolare, ma talvolta il disturbo può verificarsi anche in chi non soffre di alcuna cardiopatia.

La Fibrillazione Atriale è l’anomalia del ritmo cardiaco più comune nella popolazione adulta ed e caratterizzata da disordini della propagazione dei segnali elettrici che regolano la contrazione cardiaca. Questa irregolarità del battito non permette a tutto il sangue, come accade nelle persone sane, di essere pompato nelle camere inferiori del cuore, i ventricoli. La contrazione irregolare delle camere superiori del cuore, gli atri, determinando un ristagno di sangue che, nella circolazione sanguigna, arriva al cervello causando un ICTUS ischemico. Riassumendo, la Fibrillazione Atriale mette a rischio di eventi trombotici, poiché l’immobilità meccanica degli atrii favorisce la formazione di coaguli che possono in seguito migrare nel circolo cerebrale e provocare ischemie e ICTUS cerebrale.

La Fibrillazione Atriale è spesso associata a sintomi; i più frequenti sono: palpitazioni, dispnea, astenia, debolezza o dolore toracico. In alcuni casi è asintomatica o se sono presenti sintomi non vengono riconosciuti dal paziente, che si limita ad adeguare il proprio stile di vita. Un esempio è la riduzione della tolleranza allo sforzo. Ciò porta logicamente ad un maggior pericolo e rischio se non si procede ad un monitoraggio, come avviene con la misurazione della pressione, la glicemia o il colesterolo.

TIPOLOGIE DI FIBRILLAZIONE ATRIALE

Esistono tre diversi tipi di Fibrillazione Atriale, essenzialmente definite in base alla durata ed aspetti clinici:

1. Di nuova insorgenza
Si tratta del primo episodio diagnosticato indipendente dalla sua durata ed aspetti clinici. Infatti può essere sintomatico o asintomatico con esordio determinabile o ignoto.

2. Fibrillazione Atriale Parossistica
Anche nota come Fibrillazione Atriale intermittente, è una forma caratterizzata dall’interruzione spontanea dell’aritmia, da episodi sporadici, può durare fino a 7 giorni, per lo più entro 24-48 ore.

3. Fibrillazione Atriale Persistente
La Fibrillazione Atriale Persistente avviene quando l’episodio aritmico non si interrompe spontaneamente ma solo a seguito di interventi terapeutici esterni (indipendentemente dalla sua durata) come cardioversione farmacologica od elettrica; Persistente: In generale ha una durata maggiore di 7 giorni e non si risolve senza essere trattata. E’ inoltre possibile che la Fibrillazione Atriale continui per più di un anno, adottando una strategia di controllo periodico del ritmo: in questo caso si parla di Fibrillazione Atriale Persistente di lunga durata.

4. Fibrillazione Atriale Permanente o Cronica
La Fibrillazione Atriale Permanente o Cronica è la forma nella quale non sono stati effettuati tentativi di interruzione dell’aritmia o, se sono stati effettuati, non hanno avuto successo per mancato ripristino del ritmo sinusale o per immediata recidiva, o nella quale non si ritengono indicati ulteriori tentativi di cardioversione. In poche parole rappresenta un atteggiamento terapeutico in cui viene accettata la presenza della Fibrillazione Atriale sia da parte del medico che del paziente e non vengono più attutati interventi per controllare il ritmo cardiaco, anche in questo caso può essere asintomatica o sintomatica.

In alcuni casi, la Fibrillazione Atriale, si presenta in assenza di apparenti condizioni favorenti, ossia in assenza di una cardiopatia strutturale o di condizioni sistemiche (come l’ipertiroidismo) che la possano determinare. Si parla quindi di Fibrillazione isolata e rappresenta in genere meno del 30% dei casi. Vi sono anche condizioni che possono favorire la Fibrillazione Atriale: ipertensione arteriosa (presente in circa il 50% dei casi), insufficienza cardiaca, diabete mellito, patologie delle valvole cardiache, esiti di chirurgia cardiaca.

1 paziente su 5 passa dalla Fibrillazione Atriale Parossistica alla Persistente entro un anno dalla diagnosi ed in Europa, il 75% dei pazienti soffre di Fibrillazione Atriale Parossistica o Persistente.

La Fibrillazione Atriale Persistente è due volte più comune in pazienti che presentano sintomi rispetto a quelli asintomatici, mentre la Permanente è tre volte più comune nei medesimi, principalmente per via della cura.

Curare tempestivamente la Fibrillazione Atriale può impedire il progredire a una forma permanente in cui i sintomi sono più frequenti e di maggior durata.

La mortalità cardiovascolare è aumentata nei soggetti interessati da Fibrillazione Atriale e la qualità della vita è ridotta. Inoltre la persistenza della Fibrillazione Atriale determina un rimodernamento degli atrii, che assumono caratteristiche elettriche, anatomiche e strutturali (dilatazione, fibrosi) tali da favorire il perpetuarsi dell’aritmia.

Le persone a cui è stata diagnosticata la Fibrillazione Atriale hanno fatto il primo passo verso la prevenzione dell’ICTUS.

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FIBRILLAZIONE ATRIALE, LE RISPOSTE ALLE DOMANDE PIÙ FREQUENTI

2 ICTUS su 3, potrebbero essere evitati con stili di vita adeguati ed individuando alcuni importanti fattori di rischio come la Pressione Arteriosa, la Fibrillazione Atriale, il diabete o l’ipercolesterolemia. Le persone con un profilo di rischio elevato possono prevenire l’ICTUS con trattamenti mirati e personalizzati. Gli individui che presentano Fibrillazione Atriale hanno un rischio di ICTUS superiore da 3 a 5 volte rispetto ai pazienti senza Fibrillazione Atriale. La mortalità e l’invalidità sono superiori nei casi di ICTUS associato alla Fibrillazione Atriale rispetto a quelli senza.

Il rischio di essere colpiti da Fibrillazione Atriale è del 25% in persone oltre i 40 anni, ovvero 1 persona su 4. In Italia sono oltre 1.000.000 le persone diagnosticate affette da Fibrillazione Atriale. Se si considerassero anche i casi non diagnosticati questo numero probabilmente raddoppierebbe.

I sintomi più comuni della Fibrillazione Atriale sono le palpitazioni, la difficoltà nel respirare sotto sforzo (dispnea), il facile affaticamento (astenia), i forti giramenti di testa, lo svenimento (sincope) o una sensazione di costrizione retro sternale. Oltre il 90% degli episodi di Fibrillazione Atriale sono però asintomatici e molte persone affette da Fibrillazione Atriale non presentano sintomi specialmente quando la frequenza cardiaca non è eccessiva. La Fibrillazione Atriale asintomatica è particolarmente pericolosa perché la persona che ne soffre non viene avvertita dal proprio corpo e averla senza sentirla, vuol dire non curarla, aumentando notevolmente il rischio ICTUS.

Le caratteristiche associate ad elevato rischio di Fibrillazione Atriale sono:

  • Età oltre i 65 anni
  • Ipertensione
  • Obesità
  • Diabete
  • Problemi cardiaci
  • Disfunzione tiroidea
  • Apnee notturne
  • Broncopatie croniche ostruttive
  • Insufficienza renale
  • Abuso di bevande alcoliche e cocaina

Purtroppo oltre il 10% degli ICTUS, più della metà di quelli provocati da Fibrillazione Atriale, è causato da Fibrillazione Atriale asintomatica, ed in questi casi viene scoperta solo dopo l’ICTUS.

E’ possibile iniziare fin da subito a fare prevenzione ICTUS con il misuratore di pressione con rilevazione della Fibrillazione Atriale. Esistono misuratori, come il Microlife AFIB, con tecnologia validata a livello internazionale la quale permette con alte prestazioni lo screening della Fibrillazione Atriale, sia comodamente a casa che in presenza del proprio medico.

Le persone a rischio Fibrillazione Atriale sono le stesse a cui è raccomandata l’automisurazione domiciliare della Pressione Arteriosa. Per questo motivo lo screening della Fibrillazione Atriale dovrebbe essere raccomandato a tutti.

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ACCURATEZZA DELLA RILEVAZIONE DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE

I dati mostrano che una Fibrillazione Atriale non trattata è responsabile della maggior parte degli ICTUS, che sono spesso debilitanti o fatali. Viene stimato che circa 33 milioni di persone sia affette da Fibrillazione Atriale, con un’incidenza in continua ascesa, tanto che ad oggi in Europa, 8,8 milioni di persone ne soffrono ed entro il 2050 è previsto il più alto numero di pazienti colpiti rispetto al resto del mondo.

La crescente prevalenza di persone soggette a Fibrillazione Atriale e la potenziale possibilità di prevenire gli ICTUS con l’opportuna terapia sottolinea l’importanza e l’efficacia dello screening per il monitoraggio della Fibrillazione Atriale, massimizzando gli effetti benefici di una prevenzione di eventi cerebrovascolari.
La scoperta precoce della Fibrillazione Atriale è importante non solo per assicurarne una gestione veloce e adeguata, il cui scopo non è solo controllare i sintomi, ma evitare future complicazioni.

Sulla rubrica “Head to Head” del British Medical Journal, Mark Lown, professore di medicina all’Università di Southampton, ritiene che lo screening per la Fibrillazione Atriale sia una strategia efficace per ridurre il numero di ICTUS nella popolazione. Secondo Lown sottoporre la popolazione a rischio (come gli uomini e le donne over 65) a controlli regolari del ritmo cardiaco potrebbe rivelarsi una scelta vantaggiosa per la salute pubblica.

Nella comune pratica clinica della Medicina Generale, un momento fondamentale per l’identificazione della Fibrillazione Atriale asintomatica è rappresentata dalla misurazione della pressione arteriosa, che consente non solo di esaminare tutti i pazienti > 65 anni, ma anche moltissimi di quelli di età più giovanile, soprattutto se portatori di patologie che comportano un rischio di Fibrillazione Atriale e che solitamente richiedono anche un periodico controllo. I controlli ripetuti periodicamente possono consentire l’individuazione di pazienti apparentemente sani in quanto un terzo dei casi di Fibrillazione Atriale rimane asintomatica e non è diagnosticata.

Una volta diagnosticata la Fibrillazione Atriale, tra i maggiori fattori di rischio per l’ICTUS ischemico, i pazienti saranno sottoposti alle terapie più adeguate riducendo considerevolmente il rischio di ICTUS. Lo screening della Fibrillazione Atriale attraverso la misurazione della pressione arteriosa è stato testato in diversi ambiti e con target di pazienti idonei in lavori scientifici pubblicati da importanti riviste mediche internazionali.

Microlife ha sviluppato la tecnologia brevettata AFIBsens che permette di rilevare la Fibrillazione Atriale con l’accurato metodo oscillometrico sia  effettuando 3 misurazioni automatiche (tecnologia MAM) che con una misurazione singola (AFIB Andvanced). Tutte le sperimentazioni e gli studi clinici internazionali in tutto hanno fornito risultati eccellenti. La rilevazione della Fibrillazione Atriale con la tecnologia AFIB è stata verificata da esperti con l’Elettrocardiogramma (ECG), confermando i dati di sensibilità (capacità di rilevare la Fibrillazione Atriale quando presente) e di specificità (capacità di riconoscere la Fibrillazione Atriale rispetto ad altre aritmie).

La SIMG, Società Italiana di Medicina Generale, attraverso la Guida Pratica, “Fibrillazione Atriale in Medicina Generale”, raccomanda lo screening opportunistico della Fibrillazione Atriale, con apparecchi per la misurazione della Pressione Arteriosa dotati di algoritmo validato in grado di segnalare una possibile Fibrillazione Atriale, sia per l’utilizzo ambulatoriale che domiciliare.

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FIBRILLAZIONE ATRIALE: SCREENING E GESTIONE

A cura di
Prof. Stefano Omboni
Istituto Italiano di Telemedicina e Scientific Research Department of Cardiology, Sechenov First Moscow State Medical University

Definizione

La Fibrillazione Atriale è la più comune alterazione del battito cardiaco dell’adulto. In questa aritmia cardiaca, due delle quattro camere cardiache (gli atri) perdono la capacità di contrarsi in modo coordinato con il resto del cuore causando un ristagno di sangue al loro interno. Ciò aumenta il rischio della formazione di coaguli di sangue che possono essere immessi dal cuore nella circolazione sanguigna, arrivare al cervello, ostruendo le arterie cerebrali e causando la più grave complicanza di questa aritmia: l’ICTUS cerebrale.

La Fibrillazione Atriale è una condizione spesso asintomatica, cioè non dà disturbi e quindi è particolarmente pericolosa perché la persona che ne soffre non ne è consapevole e non viene sottoposta alle terapie del caso, con il conseguente aumento del rischio di malattie cardiovascolari e ICTUS.

Altre gravi conseguenze della Fibrillazione Atriale sono lo scompenso cardiaco e la morte improvvisa. La Fibrillazione Atriale inoltre si associa ad una ridotta qualità della vita.

Epidemiologia

La Fibrillazione Atriale colpisce mediamente il 2-4% degli adulti (45-50 milioni di persone nel mondo), con un rischio crescente con l’età: 1 persona su 3, oltre i 55 anni, presenta un aumentato rischio di sviluppare una Fibrillazione Atriale. Si prevede un incremento nei prossimi anni dei casi di Fibrillazione Atriale di 2,3 volte. In genere i maschi sono più frequentemente colpiti rispetto alle femmine, così come gli individui di etnia caucasica. Si stima inoltre che il 20-30% dei pazienti con ICTUS sia affetto da Fibrillazione Atriale.

Per quanto riguarda l’Italia, la Fibrillazione Atriale colpisce 1 milione di persone, con 120 mila nuovi casi ogni anno.

Esistono varie condizioni che espongono un individuo ad aumentato rischio di Fibrillazione Atriale. Di fatto questi fattori agiscono a livello cardiaco causando modifiche a livello atriale (rimodellamento e fibrosi) che predispongono all’insorgenza della Fibrillazione.

Figura. Principali fattori di rischio per Fibrillazione Atriale

Classificazione della Fibrillazione Atriale

La Fibrillazione Atriale è asintomatica in circa un terzo dei pazienti, una situazione pericolosa perché il soggetto non si cura aumentando notevolmente il rischio di ICTUS. Inoltre non raramente la Fibrillazione Atriale si presenta in forma “parossistica” (viene e poi scompare), il che rende la diagnosi ancora più difficile. Tradizionalmente si identificano cinque forme di Fibrillazione Atriale in base alle modalità di esordio, durata e termine degli episodi.

Tipo di fibrillazione atriale Definizione
Di prima diagnosi Forma mai diagnosticata in precedenza, sia essa sintomatica o asintomatica, di breve o lunga durata
Parossistica Forma che termina spontaneamente o a seguito di un intervento medico entro 7 giorni dall’esordio
Persistente Forma sostenuta e continua oltre i 7 giorni
Persistente di lunga durata Forma continua della durata di più di 12 mesi
Permanente Forma che viene accettata dal paziente e dal suo curante senza tentativi di ripristinare il normale ritmo cardiaco

Sintomi

I sintomi più frequenti di esordio della Fibrillazione Atriale sono le palpitazioni (senso di battito cardiaco “strano”, irregolare o veloce), la dispnea (difficoltà nel respirare, anche per brevi e semplici sforzi) e l’astenia (facile affaticamento). Altri sintomi meno frequenti sono l’oppressione o dolore toracico, le vertigini, la sincope (svenimento) e i disturbi del sonno (es. insonnia, russamento, ecc.).

I sintomi sono più frequenti ed importanti nei pazienti con forme parossistiche (80% dei casi) rispetto ai pazienti con forme permanenti (51%).

Screening e diagnosi

Essendo la Fibrillazione Atriale non di rado asintomatica e associata ad alto rischio di ICTUS, lo screening precoce dei soggetti a rischio risulta fondamentale.

Il modo più semplice per verificare la presenza di una possibile Fibrillazione Atriale è la palpazione del polso. Si deve sospettare un’aritmia causata da una Fibrillazione Atriale quando la frequenza cardiaca è molto superiore al battito abituale, l’intensità della pulsazione non è sempre uguale e l’intervallo tra una pulsazione e la successiva non è costante (polso irregolare). Oggi è possibile verificare con maggiore facilità la presenza o meno di una possibile Fibrillazione Atriale grazie all’uso di misuratori elettronici automatici della pressione dotati di algoritmi validati per rilevare la presenza di questo tipo di aritmia oppure mediante smartwatch in grado di rilevare la frequenza cardiaca.

Nella tabella sono mostrati i più comuni strumenti di screening unitamente alla loro sensibilità (la capacità di identificare correttamente i soggetti ammalati) e specificità (capacità di identificare correttamente i soggetti non affetti da fibrillazione atriale). Un’alta sensibilità indica una bassa probabilità di falsi negativi, mentre un’alta specificità indica una bassa probabilità di falsi positivi.

Strumento di screening Sensibilità Specificità
Palpazione del polso 87-97% 70-81%
Misurazione automatica della pressione 93-100% 86-92%
Elettrocardiogramma monocanale 94-98% 76-95%
App per smartphone 92-99% 91-100%
Smartwatch 97-99% 83-94%

La palpazione del polso, la misurazione della pressione arteriosa o l’uso di strumenti per il monitoraggio del ritmo da parte del paziente (es. elettrocardiografi monocanale, app per smartphone o smartwatch) sono importanti per lo screening della Fibrillazione Atriale, ma devono essere seguiti dal controllo del medico che dovrà confermare o escludere la diagnosi mediante un elettrocardiogramma a 12 derivazioni della durata di almeno 30 secondi.

Lo screening della Fibrillazione Atriale può essere opportunistico (inserito in un programma di screening di altre potenziali patologie) o sistematico (specificatamente mirato alla ricerca dell’aritmia).

Le attuali linee guida raccomandano lo screening opportunistico della Fibrillazione Atriale in tutti gli anziani di età uguale o superiore a 65 anni e lo screening sistematico nei soggetti di età uguale o superiore a 75 anni o più giovani ma con fattori di rischio per ICTUS.

La diagnosi di Fibrillazione Atriale può essere completata da ulteriori esami. Quelli più importanti sono l’elettrocardiogramma dinamico secondo Holter (per valutare il ritmo durante la giornata e la sua relazione con i sintomi) e l’ecocardiogramma transtoracico o transesofageo (per valutare il funzionamento delle valvole cardiache e la presenza di un eventuale trombo atriale). Ulteriori esami ematici o radiologici (es. coronarografia, TAC o risonanza magnetica cerebrale) possono essere utili per completare il quadro diagnostico e delle complicanze.

La gestione della Fibrillazione Atriale

La gestione di una condizione potenzialmente cronica ed alto rischio come la Fibrillazione Atriale prevede il coinvolgimento attivo del paziente e della sua famiglia, nonché di varie figure professionali (cardiologo, medico di medicina generale, infermiera, farmacista). L’obiettivo è migliorare l’aspettativa di vita del paziente, la sua qualità di vita, l’autonomia e la capacità di rapporti sociali. La gestione prevede in primo luogo il trattamento acuto dell’aritmia. Il medico può decidere in base alla durata e caratteristiche dell’aritmia, di somministrare farmaci antiaritmici in grado di eliminare l’aritmia e quindi di ripristinare il regolare ritmo cardiaco oppure di mantenere l’aritmia, ma abbassando la frequenza cardiaca e quindi riducendo i sintomi mediante l’uso di beta-bloccanti, digitale o calcio-antagonisti non-diidropiridinici. In casi selezionati si può procedere alla cardioversione elettrica o all’ablazione delle aree cardiache responsabili della genesi dell’aritmia. In secondo, luogo è necessario ridurre il rischio cardiovascolare e trattare le malattie concomitanti che aumentano il rischio di ICTUS (in primis ipertensione arteriosa, diabete, obesità, apnee notturne). Si procede quindi a somministrare anticoagulanti che mantenendo fluido il sangue sono in grado di ridurre la formazione dei coaguli e quindi prevenire efficacemente il rischio di ICTUS. Il medico dovrà necessariamente prima e durante la somministrazione di questi farmaci valutare il rischio di sanguinamento che potrebbe superare in alcuni individui il beneficio di prevenzione dell’ICTUS.

Le linee guida definiscono questo approccio ABC:
A – Anticoagulation/avoid stroke (anticoagulazione/evitare l’ICTUS);
B – Better symptoms control (migliore controllo dei sintomi);
C – Cardiovascular risk factors and concomitant diseases: detection and management (Rilevamento e gestione dei fattori di rischio cardiovascolare e delle malattie concomitanti).

Nei pazienti in cui è stato ripristinato il ritmo può essere utile consigliare l’ l’utilizzo di strumenti per la rilevazione di eventuali recidive tramite misurazione della pressione arteriosa o della frequenza cardiaca.

La prevenzione primaria della Fibrillazione Atriale

E’ consigliabile nei soggetti a rischio non affetti da Fibrillazione Atriale mettere in atto delle opportune misure preventive al fine di evitare l’insorgenza della Fibrillazione Atriale. Queste misure vanno necessariamente seguite dai soggetti affetti da Fibrillazione Atriale. E’ importante identificare e gestire i fattori di rischio e le patologie che possono predisporre alla Fibrillazione Atriale.

Corretto stile di vita per la prevenzione della Fibrillazione Atriale
Tenere sotto controllo il peso, la pressione arteriosa, la glicemia e i grassi nel sangue
Non fumare
Non eccedere con l’alcol
Non utilizzare sostanze stupefacenti
Seguire una dieta sana, povera di sale e a basso contenuto di grassi e colesterolo
Privilegiare frutta, verdura e carni bianche
Praticare attività fisica regolare aerobica, non intensa (almeno 30 minuti al giorno)

Riferimenti bibliografici

  • Hindricks G, Potpara T, Dagres N, Arbelo E, Bax JJ, Blomström-Lundqvist C, Boriani G, Castella M, Dan GA, Dilaveris PE, Fauchier L, Filippatos G, Kalman JM, La Meir M, Lane DA, Lebeau JP, Lettino M, Lip GYH, Pinto FJ, Thomas GN, Valgimigli M, Van Gelder IC, Van Putte BP, Watkins CL; ESC Scientific Document Group. 2020 ESC Guidelines for the diagnosis and management of atrial fibrillation developed in collaboration with the European Association of Cardio-Thoracic Surgery (EACTS). Eur Heart J 2020 Aug 29 [Epub ahead of print]
  • Omboni S, Verberk WJ. Opportunistic screening of atrial fibrillation by automatic blood pressure measurement in the community. BMJ Open 2016;6(4):e010745.
  • Verberk WJ, Omboni S, Kollias A, Stergiou GS. Screening for atrial fibrillation with automated blood pressure measurement: Research evidence and practice recommendations. Int J Cardiol 2016;203:465-73.
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L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE E DELLO SCREENING: I COSTI DELLA SANITA’

«La Fibrillazione Atriale è un’aritmia, il cuore cioè batte in modo irregolare, ed è l’aritmia più diffusa al mondo», spiega Carlo Pappone, responsabile dell’Unità di Aritmologia clinica ed elettrofisiologia al Policlinico San Donato di Milano. «Ed è vero, risulta in aumento esponenziale, da un lato perché oggi viene riconosciuta più facilmente con i sistemi diagnostici di cui disponiamo, ma dall’altra la crescita è reale in quanto assistiamo a un invecchiamento della popolazione […] è una patologia tra le più importanti del mondo moderno che si trova sia in persone dal cuore sano sia in altre col cuore malato di altre patologie».

La gestione di un alto numero di pazienti colpiti da Fibrillazione Atriale costituisce un peso sempre maggiore per i sistemi sanitari di tutto il mondo in termini di costi della gestione dell’ICTUS e della terapia, sia nel caso di pazienti ospedalizzati che di pazienti ambulatoriali. La Fibrillazione Atriale sta diventando rapidamente uno dei problemi di salute più importanti ed una criticità dei sistemi sanitari.

Nel 2017 sono emersi dati significativi di economia sanitaria sul Global Anticoagulant Registry in the Field – Atrial Fibrillation (GARFIELD-AF) presentati al Congresso ESC organizzato dalla European Society of Cardiology. In linea generale i dati mostrano che, in tutta Europa, la Fibrillazione Atriale comporta elevati oneri finanziari, economici e umani; inoltre, a seconda delle aree geografiche, la quantità e il tipo di servizi sanitari a cui i pazienti ricorrono variano in maniera significativa.

Nella presentazione dal titolo “Il peso della Fibrillazione Atriale nei Paesi europei maggiormente popolati: prospettive dal registro GARFIELD-AF”, sono emersi ad esempio dati sulle spese di ricovero ambulatoriale che in Italia toccano l’83,7% dei costi totali.

A tal proposito i dati riportati dallo studio del professor Mantovani, Professore Associato di Salute Pubblica presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, insieme a colleghi e ricercatori internazionali, hanno evidenziato il differente peso economico della Fibrillazione Atriale nei 5 Paesi europei maggiormente popolati nel primo anno dalla diagnosi (Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna).

Il professore Mantovani, ritiene che «la variabilità osservata nelle voci di costo dei cinque Paesi europei dipenda, molto probabilmente, dalle pratiche di rimborso sanitario e non dalle differenze specifiche delle condizioni dei pazienti o dal tipo di cura. Il miglioramento dei risultati sui pazienti più giovani avrebbe un notevole impatto in termini di costi sociali». « Inoltre -continua- in termini di utilizzo di risorse sanitarie, il passo successivo è mettere in relazione i risultati clinici dei pazienti affetti da Fibrillazione Atriale delle varie aree analizzate per comprendere il rapporto costi/efficacia delle varie strategie di gestione del paziente, e individuare così l’approccio più vantaggioso».

Gli autori della presentazione sono quindi giunti alla conclusione che sulla base delle dinamiche della popolazione, l’attuale onere economico, finanziario e umano della Fibrillazione Atriale è quasi certamente destinato a crescere e causa gravi criticità nei sistemi sanitari. Questi dipende sia dai costi diretti che indiretti per la sua gestione. Per costi diretti si fa riferimento ai ricoveri, visite mediche e ambulatoriali, prescrizioni, test di laboratorio, cure permanenti. Gli alti costi annuali diretti per paziente sono simili in Francia, Germania, Italia e Gran Bretagna. Si parla ad esempio del 2,6% delle spese ospedaliere in Francia e del 0,9%-2,4% delle spese totali annuali in Gran Bretagna. I costi indiretti invece riguardando la perdita di produttività e il sostegno fornito dai Caregiver (badanti, assistenza domiciliare..).

Un altro fattore da non sottovalutare è il rapporto causa-effetto tra Fibrillazione Atriale ed ICTUS. Quando nella Fibrillazione atriale il cuore, batte in modo irregolare non permettendo l’idoneo pompaggio del sangue, tende a ristagnare provocando dei coaguli (o trombi), i quali, immettendosi nel circolo sanguigno portano all’occlusione delle arterie del cervello provocando un ICTUS ischemico. Uno dei principali obiettivi della prevenzione agli individui con fibrillazione atriale è dunque prevenire l’ICTUS, impedendo la formazione di trombi.

Per questo motivo un importante dato rilevato è quello sui costi per la cura dell’ICTUS. Essi, oltre ad essere elevati, contribuiscono in modo sostanziale al costo totale della gestione per la Fibrillazione Atriale. Si è stimato che, ad esempio nel 2015, l’ICTUS sia costato 45 bilioni di euro l’anno nell’Unione Europea.

Con questi dati, la conclusione è univoca: educare alla prevenzione dello screening è la via più idonea per ammortizzare i costi della sanità e per portare vantaggi alla salute della popolazione. Questo è possibile anche grazie all’efficacia della misurazione della Pressione con la tecnologia Microlife AFIB Sens rilevata e documentata dall’Istituto NICE – National Institute for Health and Care Excellence con uno studio di farmaco-economia specifico. Le evidenze dello studio hanno portato alla pubblicazione di apposite linee guida che raccomandano la tecnologia Microlife AFIB Sens dell’apparecchio Watch BP Home per lo screening Fibrillazione Atriale nel Primary Care.

La prevenzione e il risparmio generato dallo screening della Fibrillazione Atriale nel primary care con Microlife AFIB Sens, applicando le evidenze e le valutazioni delle linee guida NICE ai dati di prevalenza in Italia, produrrebbe i seguenti risultati:

  1. evitare 2.545 ICTUS fatali;
  2. risparmiare 62.643.879 euro.
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ICTUS E FIBRILLAZIONE ATRIALE: PERCHÉ MISURARE LA PRESSIONE NON BASTA?

In Italia ogni giorno 660 persone, circa 240.000 ogni anno, vengono colpite da ICTUS al cervello, inoltre rappresenta la prima causa di invalidità, la seconda causa di demenza e la terza causa di morte. Si crede che l’ICTUS colpisca prevalentemente gli anziani, ma solo in Italia esistono più di 30.000 persone giovani che ne sono state colpite. Nel mondo, ogni 6 secondi una persona viene colpita da ICTUS, indipendentemente dall’età o dal sesso.

Molte persone non sanno che i principali fattori di rischio ICTUS al cervello partono dal cuore e sono l’ipertensione e la Fibrillazione Atriale.

La Fibrillazione Atriale è un disturbo del battito cardiaco, un’aritmia cardiaca che determina un ristagno di sangue che può portare alla formazione di coaguli. Questi grumi possono entrare nel flusso della circolazione sanguigna e arrivare al cervello provocando un ICTUS ischemico.

La Fibrillazione Atriale è responsabile del 20% dei casi di ICTUS ed è quindi la causa principale di questa complicanza vascolare. Le persone che soffrono di Fibrillazione Atriale hanno un rischio di ICTUS da 3 a 5 volte superiore a quelle che non ne soffrono. In Italia colpisce circa 1 milione di persone con 120 mila nuovi casi all’anno accertati; si stima che i casi totali siano in realtà molto più numerosi in quanto molte persone che ne soffrono non hanno disturbi evidenti. In questo caso si parla di Fibrillazione Atriale asintomatica, situazione particolarmente pericolosa in quanto gli individui che ne soffrono non avvertono i sintomi classici come senso di battito cardiaco irregolare e/o veloce, difficoltà respiratorie sotto sforzo (dispnea) o facile affaticamento (astenia) e ciò equivale a non curarla aumentando notevolmente il rischio ICTUS.

In circa 1/3 dei casi la Fibrillazione Atriale rimane asintomatica e non è diagnosticata. Tuttavia è stato dimostrato che, uno stile di vita corretto insieme ad una rilevazione precoce della Fibrillazione Atriale sono i primi passi per la prevenzione all’ICTUS. Controllare la presenza o meno di una possibile Fibrillazione Atriale può portare a una diagnosi e a una terapia farmacologica idonea, riducendo significativamente la formazione di coaguli e di conseguenza il rischio ICTUS e delle sue drammatiche conseguenze.

Per fare prevenzione del rischio ICTUS è sufficiente dotarsi di un misuratore di pressione validato per la rilevazione della Fibrillazione Atriale. I nuovi algoritmi brevettati dall’azienda Microlife e testati in numerosi lavori scientifici internazionali hanno dimostrato di avere un’elevata sensibilità e specificità (>95%) per rilevare questa particolare aritmia cardiaca, rendendo di fatto lo screening della Fibrillazione Atriale una buona abitudine alla portata di tutti.

Così come è consigliato un monitoraggio regolare della pressione arteriosa, del colesterolo e della glicemia, anche la Fibrillazione Atriale può essere monitorata e individuata precocemente anche da casa.
La rilevazione abituale della Fibrillazione Atriale è consigliata dalla SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) e della SIIA (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa), soprattutto in quei soggetti particolarmente a rischio ICTUS come ipertesi, diabetici, cardiopatici, obesi, persone over 65 oppure con problemi di tiroide, insufficienze renali, ecc.

Generare il sospetto di Fibrillazione Atriale con lo screening è importante ma deve essere seguito dal controllo del medico che effettuerà gli accertamenti necessari per giungere alla diagnosi di Fibrillazione Atriale, così come accade per la pressione arteriosa.  

Lo screening e la diagnosi precoce della Fibrillazione Atriale, seguiti da appropriati trattamenti, possono ridurre del 68% la possibilità di avere un ICTUS.

E’ fondamentale non avere timore di scoprire se si ha la Fibrillazione Atriale, perché questo è il primo passo verso la prevenzione dell’ICTUS! La Fibrillazione Atriale può quindi essere curata o tenuta sotto controllo.

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FIBRILLAZIONE ATRIALE: TERAPIE E TRATTAMENTI

In genere, la terapia per la Fibrillazione Atriale prevede tre diverse strade: il trattamento antitrombotico, il controllo del ritmo cardiaco e la chirurgia.

FARMACI PER LA PRESSIONE

Le persone affette da Fibrillazione Atriale e a rischio di ICTUS vengono generalmente trattate con farmaci anticoagulanti che riducono il rischio della formazione di coaguli di sangue.

Si tratta della cosiddetta terapia antitrombotica, che comprende farmaci anticoagulanti e antipiastrinici. È una terapia impegnativa, perché si deve raggiungere un grado di coagulazione del sangue entro un range terapeutico di sicurezza, al di sotto del quale non si ottengono risultati terapeutici e al di sopra del quale c’è un notevole rischio emorragico. Nonostante questo tipo di trattamento venga considerato il percorso clinico di prima scelta per i pazienti affetti da Fibrillazione Atriale, risultano ancora evidenti alcune criticità legate all’assunzione dei farmaci da esso previsti: rischio di complicanze emorragiche intracerebrali, controlli costanti da parte del medico curante, continuo adeguamento del dosaggio, alto potenziale di interazione con gli altri farmaci o con i cibi ingeriti.

In questo senso, dopo oltre 50 anni, la Commissione Europea ha approvato una nuova generazione di anticoagulanti orali (NAO, Nuovi Anticoagulanti Orali) per la prevenzione dell’ICTUS da Fibrillazione Atriale, che ha dimostrato di essere superiore, rispetto alla vecchia generazione di farmaci, in termini di efficacia, tollerabilità, sicurezza e controindicazioni.

Oltre a ridurre il rischio ICTUS, i NAO richiedono una o due sole somministrazioni al giorno, non sono influenzati dalle abitudini alimentari del paziente o da altri farmaci e abbassano sensibilmente il rischio dei sanguinamenti intracranici.

Per quanto riguarda il trattamento per il controllo della frequenza cardiaca nella Fibrillazione Atriale, in genere, ai pazienti che hanno un’aritmia a elevata frequenza cardiaca vengono somministrati farmaci che favoriscono la normalizzazione e il corretto funzionamento del cuore, alleviando così i sintomi della Fibrillazione Atriale come le vertigini.

CARDIOVERSIONE ELETTRICA

La cardioversione elettrica è una semplice procedura in cui una scarica elettrica è applicata al cuore per convertire un ritmo anomalo, come la Fibrillazione Atriale, nel normale ritmo cardiaco.

Si tratta di una terapia che si esegue in ambito ospedaliero, alla presenza di un cardiologo e di un anestetista, attraverso un defibrillatore. Il cardiologo applica le piastre sul torace del paziente (piastre apposite per cardioversione) e attraverso il defibrillatore rilascia una scarica elettrica che fa contrarre contemporaneamente tutto il cuore, interrompendo di fatto ogni attività irregolare.

Quando il cuore riprende a battere il sistema elettrico è stato come riprogrammato e solitamente riacquista il normale ritmo cardiaco, senza irregolarità. La cardioversione viene eseguita con una lieve anestesia che addormenta il paziente per qualche minuto, il tempo necessario alla procedura, perché lo shock può essere doloroso.

CARDIOVERSIONE FARMACOLOGICA

La cardioversione farmacologica prevede la somministrazione di farmaci antiaritmici, per via endovenosa o per via orale. Il medico ipotizza un trattamento farmacologico e dopo la somministrazione del farmaco si esegue un elettrocardiogramma per controllare la risposta del cuore al trattamento. Se tutto è nella norma, il medico pianifica la terapia di mantenimento più adeguata al paziente.

TRATTAMENTO ABLATIVO

Il trattamento di ablazione transcatetere o trattamento ablativo della Fibrillazione Atriale prevede l’isolamento, mediante lieve bruciatura operata da cateteri introdotti nel cuore, della zona di origine della tachiaritmia, particolarmente presente a livello degli sbocchi delle vene polmonari (cioè delle vene che scaricano nel cuore il sangue dei polmoni e più esattamente nell’atrio di sinistra). Questa tecnica è attualmente indicata anche in atleti competitivi che, in caso di successo, possono riprendere l’attività sportiva a livello agonistico dopo alcuni mesi dall’intervento e, in alcuni casi, di pazienti ultrasettantenni.
È anche consigliabile in soggetti con Fibrillazione Atriale parossistica o persistente, in assenza di cardiopatia o con lieve cardiopatia associata.

E’ fondamentale consultare e seguire le indicazioni del proprio medico che provvederà, a seconda delle esigenze individuali, a definire un piano d’azione volto a migliorare la qualità di vita del singolo.

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FATTORI DI RISCHIO ICTUS: ALCOL E DROGHE

Ogni anno si registra un aumento di casi di ICTUS tra i soggetti giovani a causa della maggior diffusione e abuso di alcol e droghe.

E’ noto che l’ICTUS sia una malattia strettamente correlata all’età, ma è stato rilevato un aumento di casi nelle fasce più giovani. Alcool e droghe sono i fattori di questo aumento di casi in età giovanile. L’irruenza con cui l’ICTUS colpisce i giovani si associa ad un tasso maggiore di mortalità e ad un aumento di disabilità, la quale è ovviamente più penalizzante a causa delle aspettative più lunghe di vita.

L’abuso etilico, è considerato un fattore di rischio per ICTUS sia ischemico che emorragico, ed aumenta in proporzione alla quantità assunta. Interviene sia come rischio classico, aumentando di 3-4 volte la probabilità di incorrere in un episodio di patologia cerebrovascolare, sia come rischio precipitante, cioè che determina l’insorgenza dell’evento acuto. I forti bevitori, ovvero le persone che abusano di oltre 3 volte rispetto allo standard di alcol al giorno hanno un rischio molto elevato, sia di infarto sia di fibrillazione atriale, uno dei maggiori fattori di rischio ICTUS. I bevitori moderati, ovvero i soggetti che bevono più o meno 2 dosi standard al giorno hanno un rischio invariato. Le alterazioni cerebrali legate all’abuso di alcol cronico creano dei veri e propri deficit dell’attenzione, infatti riducono le performance di memoria, delle funzioni esecutive e di rendimento.

La cocaina aumenta drasticamente il rischio della malattia; tale aumento di rischio è maggiore per il fumo della sostanza, ovvero il crack rispetto all’inalazione. Il rischio riguarda soprattutto le forme emorragiche, ma non sono da meno quelle ischemiche. L’alterazione degli stimoli causati dalla cocaina determina vari effetti, tra i quali una riduzione del flusso sanguigno al muscolo cardiaco determinando un disequilibrio tra richiesta e apporto di ossigeno e conseguente sofferenza ischemica, un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa sistemica e della contrattilità delle cellule cardiache. Nel lungo termine, si può osservare un deterioramento progressivo della funzione cardiaca, anche in assenza di pregressi eventi ischemici sintomatici, con importante riduzione della “funzione di pompa” e lo sviluppo di scompenso cardiaco cronico.

Per quanto riguarda i cannabinoidi le analisi scientifiche riportano che c’è una stretta relazione temporale tra esposizione alla cannabis e ICTUS ischemico. I cannabinoidi, sono dei forti antiossidanti, cioè in grado di neutralizzare le molecole ossidanti pericolose a livello celebrale, infatti possono agire sulla frequenza cardiaca, la motilità dei vasi arteriosi e quindi sulla pressione arteriosa. Quando si è colpiti da un ICTUS, una parte consistente del danno non si verifica subito, in conseguenza della mancanza di ossigeno al cervello, ma per colpa di una serie di reazioni chimiche che scatenano la produzione di agenti ossidanti fortemente distruttivi, i quali disgregano le cellule un po’ come se le bruciassero.

In ultimo gli oppiacei come l’eroina, le metanfetamine come l’ecstasy o similari, con il loro forte effetto vasopressorio, agiscono sul sistema nervoso centrale, deprimendo gli impulsi nervosi e rallentando le funzioni cerebrali dell’individuo causando molto spesso emorragie.

Gli effetti psico-cognitivi dell’uso cronico di droghe e alcol inoltre crea problemi di astinenza causando aumento di patologie psichiatriche, disturbi dell’apprendimento, memoria, umore fino ad arrivare all’overdose con possibili effetti letali.

In questi casi la prevenzione dell’ICTUS riguarda il miglioramento del proprio stile di vita evitando il consumo di droghe e riducendo il consumo di alcol prediligendo attività fisica e manuale per distogliere l’attenzione dalla dipendenza e ridurre l’astinenza.

Valentina Pasquali Nessun commento

FATTORI DI RISCHIO ICTUS: IL COLESTEROLO

Il colesterolo “cattivo” è une delle principali cause di aterosclerosi, a sua volta implicata nell’insorgenza dell’ICTUS.

Il colesterolo è una sostanza grassa che circola nel nostro sangue;  viene prodotto dal nostro organismo e in minima parte  introdotto con l’alimentazione. In quantità normali il colesterolo svolge un ruolo fondamentale per alcuni processi biologici, ma se si superano i valori considerati standard, si hanno rischi per la salute e nello specifico il colesterolo in eccesso è considerato un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e l’ICTUS.

È molto importante fare subito la distinzione tra colesterolo “buono” e colesterolo “cattivo”, che sono i nomi che comunemente si danno alle lipoproteine HDL (High Density Lipoproteins) e alle l lipoproteine LDL (Low Density Lipoproteins).

Il nome colesterolo cattivo è stato comunemente assegnato alle lipoproteine a bassa densità, note come LDL. Il loro ruolo è quello di trasportare il colesterolo e rilasciarlo ai tessuti e alle cellule per il loro nutrimento e sono quindi essenziali al nostro organismo. I problemi sorgono quando i valori di queste lipoproteine LDL superano gli standard, perché il loro eccesso permette al colesterolo di infiltrarsi sulle pareti delle arterie, andando piano piano a creare seri rischi cardiovascolari.

I valori normali del colesterolo “totale” nel sangue si esprimono con la quantità complessiva di colesterolo contenuto nelle varie lipoproteine. In individui sani è considerato corretto se inferiore ai 200 mg/dl di sangue. I livelli di HDL, il colesterolo “buono”, non devono essere inferiori ai 40 mg/dl. Per il colesterolo “cattivo” invece, il valore ottimale è tra i 100 e i 130 mg/dl.

Se si superano questi valori si parla di ipercolesterolemia e si hanno rischi per la salute.

COLESTEROLO E ATEROSCLEROSI

Il colesterolo “cattivo” in eccesso tende a depositarsi sulle pareti delle arterie e gradualmente si solidifica dando luogo a ispessimenti che vengono chiamati placche aterosclerotiche. L’aterosclerosi  è una patologia vascolare cronica lenta e assolutamente asintomatica: nel corso degli anni il colesterolo si accumula nei vasi e piano piano li ispessisce, li irrigidisce e rende sempre più difficoltoso il passaggio del sangue fino al distacco di trombi o all’occlusione completa.
Se l’evoluzione dell’aterosclerosi dovuta al colesterolo è lenta e silente e può durare parecchi anni, l’esito in malattie acute può avvenire in modo immediato e in pochi istanti: infarto del miocardio, ICTUS cerebrale, trombosi e complicazioni renali sono gli esiti più pericolosi del colesterolo e purtroppo possono causare conseguenze molto gravi come invalidità e morte.

COME SI INDIVIDUA IL COLESTEROLO ALTO

L’unico modo per individuare precocemente l’ipercolesterolemia è quello di sottoporsi periodicamente a esami del sangue. In questo modo è possibile dosare i livelli di colesterolo totale, colesterolo LDL (colesterolo cattivo) e colesterolo HDL (colesterolo buono) e valutare i rischi cardiovascolari del paziente. Il colesterolo alto è spesso legato a uno stile di vita sedentario, al sovrappeso e a una dieta ricca di grassi di origine animale. Il diabete è spesso associato al colesterolo alto, così come il fumo, che accelera il processo di aterosclerosi.

Oggi esistono molte tipologie di farmaci che sono efficaci nel ridurre il colesterolo e di conseguenza i rischi cardiovascolari generati dal suo eccesso, ma due sono gli elementi su cui vale la pena sensibilizzare i pazienti:

  • la prevenzione, che, come in tutte le patologie cardiovascolari, comporta la modifica al proprio stile di vita. Una maggiore diffusione di uno stile di vita attivo, senza fumo, con moderato consumo di alcol e una dieta sana è uno strumento potentissimo nelle mani di ognuno di noi per avere una vita in salute;
  • la diagnosi precoce: il colesterolo alto è asintomatico, così come la sua evoluzione in aterosclerosi. Fare gli esami del sangue una volta all’anno per controllare i valori del colesterolo (ma anche del diabete) può davvero permettere di prevenire le evoluzioni più severe di queste patologie ed evitare l’insorgere improvviso di infarti e ICTUS.