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Le malattie cardiovascolari sono una delle principali cause di morte nel mondo ma, grazie a strategie di prevenzione mirate e alla gestione dei fattori di rischio modificabili, è possibile ridurre significativamente il numero di decessi e migliorare la qualità della vita delle persone.

Adottare uno stile di vita sano e effettuare screening regolarmente rappresentano la chiave per contrastare queste patologie.

Secondo l’analisi del TEHA Group, società di The European House Ambrosetti, la prevenzione attraverso stili di vita sani e screening mirati potrebbe ridurre del 34% la mortalità nella fascia 0-74 anni per i principali gruppi di malattie (TEHA Group, 2025).

Questo dato, presentato nel Position Paper “Rischio cardio-metabolico in Italia: il ritorno economico di un programma di screening della popolazione”, sottolinea l’urgenza di un approccio proattivo alla salute cardiovascolare.

La crescente incidenza di malattie cardiovascolari e le loro conseguenze croniche rappresentano una minaccia non solo per la salute individuale, ma anche per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.

È quindi fondamentale intervenire precocemente con strategie efficaci di prevenzione e screening.

Gli esperti del TEHA Group hanno analizzato il rischio cardio-metabolico nella popolazione italiana tra i 40 e i 69 anni senza eventi cardiovascolari pregressi e i risultati ottenuti sono preoccupanti:

  • il 50,1% della popolazione esaminata è a rischio medio-alto.
  • il 7,5% è considerato ad alto rischio.
  • il 4,2% è classificato a rischio altissimo.
  • differenze significative tra uomini (72,4% a rischio) e donne (28,6%), con un aumento del rischio per le donne dopo la menopausa (ESC, 2021).
  • nei soggetti ad alto rischio, la probabilità di un evento acuto nei successivi 10 anni è del 10,9%, rispetto al 6,2% nei soggetti a rischio medio e al 2,8% in quelli a basso rischio (ESC, 2021).

La relazione tra fattori di rischio e mortalità

La Federazione Italiana di Cardiologia (FIC) evidenzia come la coesistenza di fattori di rischio come obesità, inattività fisica, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, fumo, iperglicemia e diabete incrementi in modo esponenziale il rischio cardio-metabolico, con conseguenze severe sulla qualità della vita e sulla mortalità prematura (FIC, 2023).

Vengono inoltre sottolineate le disparità regionali, infatti, le regioni del sud Italia sono caratterizzate da una maggiore prevalenza di fattori di rischio, registrano tassi di mortalità cardiovascolare più elevati (Ministero della Salute, 2024).

L’adozione di programmi di screening cardio-metabolico promossi dalla regione rappresenta una soluzione efficace per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari gravi.

Un percorso diagnostico strutturato dovrebbe includere:

  • questionari sugli stili di vita.
  • misurazione della pressione arteriosa.
  • analisi della glicemia per valutare l’emoglobina glicata nel diabete.
  • profilo lipidico e lipoproteina per individuare ipercolesterolemia.
  • elettrocardiogramma per i soggetti tra 65 e 69 anni.

Questi esami permetterebbero di individuare precocemente i soggetti a rischio medio-alto e di avviare tempestivamente strategie di prevenzione personalizzate, che includano interventi educazionali e/o farmacologici (American Heart Association, 2022).

Il valore economico della prevenzione

Oltre all’impatto sulla salute, il costo economico associato ai soggetti a rischio medio-alto è enorme: circa 13,4 miliardi di euro l’anno tra costi sanitari diretti e perdite di produttività (TEHA Group, 2025).

L’investimento in programmi di screening ha un impatto positivo non solo sulla salute, ma anche sui costi sanitari.

Secondo il Position Paper, il ritorno economico derivante dall’implementazione di uno screening cardio-metabolico varia tra 1,4 e 1,8 euro per ogni euro investito, con un valore medio di 1,6 (TEHA Group, 2025). Il ritorno massimo si registra tra i 40-49enni (2,2 euro), mentre diminuisce progressivamente con l’età.

Più precoce è l’intervento, maggiori sono i benefici in termini di riduzione del rischio e di risparmio economico per il sistema sanitario.

La prevenzione cardiovascolare non è un’opzione, ma una necessità.

Attraverso screening mirati e l’adozione di abitudini salutari, è possibile ridurre drasticamente il rischio di infarto e ictus, migliorando la qualità della vita e riducendo i costi per il sistema sanitario.

Investire nella prevenzione significa investire nel futuro della salute pubblica. Agire oggi può fare la differenza per il benessere di domani.

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