La Fibrillazione Atriale è un’aritmia cardiaca che si verifica quando l’attività atriale è irregolare e disorganizzata con un numero di contrazioni più elevato della norma. Vi è quindi un difetto elettrico del cuore che porta gli atri a un “cortocircuito”.
È stato chiesto al dottor Antonio Giovanzana – ex Coordinatore della S.I.I.A.- Società Italiana Ipertensione Arteriosa per la Regione Lazio e responsabile del Centro per l’Ipertensione presso il Policlinico Umberto I a Roma –di saperne di più riguardo la fibrillazione atriale, quali sono i sintomi e come fare prevenzione.
Quali sono i rischi della fibrillazione atriale?
La Fibrillazione Atriale è un’irregolarità che non permette a tutto il sangue di essere pompato nelle camere inferiori del cuore (ventricoli) e che può portare alla formazione di coaguli (grumi). I coaguli possono immettersi nella circolazione sanguigna e diventare molto pericolosi:
“Il coagulo potrebbe andare incontro a risoluzione spontanea grazie ai meccanismi riparatori del nostro organismo, o potrebbe malauguratamente migrare verso il cuore o il cervello, causando infarto o ictus”.
Quali sono i sintomi della fibrillazione atriale?
Si stima che sopra gli 80 anni di età 1 persona su 10 soffra di Fibrillazione Atriale ma molte persone non presentano sintomi, può infatti essere asintomatica o con sintomi evidenti come spiegato dal dottor Giovanzana:
“la fibrillazione atriale è quasi paucisintomatica, non ce ne accorgiamo. Spesso invece da sensazione di palpitazione, tachicardia, sentiamo dentro il torace come uno sfarfallio, come se una farfalla si agitasse nel nostro organismo. Altre volte ci possiamo sentire privi di forza, abbiamo una difficoltà visiva. Questi sono tutti segni, molto frequenti nella popolazione anziana, che ci devono avvisare che siamo in un periodo di fibrillazione atriale”.
La Fibrillazione Atriale asintomatica è particolarmente pericolosa perché la persona che ne soffre non viene avvertita dal proprio corpo. Naturalmente soffrirne senza saperlo vuol dire non curarla, aumentando notevolmente il rischio ICTUS.
Oltre il 90% degli episodi di Fibrillazione Atriale è asintomatico e in circa il 30% dei pazienti viene diagnosticato incidentalmente quando è ricoverato in ospedale per altre ragioni, incluso l’ICTUS.
Tipologie di fibrillazione atriale?
Esistono diversi tipi di fibrillazione atriale:
- Fibrillazione Atriale parossistica: si manifesta improvvisamente nei soggetti affetti da malattie cardiache organiche, oppure in cuori apparentemente sani. Nel soggetto sano il ripristino del ritmo sinusale (cardioversione) avviene spontaneamente, nel 60% dei casi circa durante le prime ore o nei primi giorni dopo l’episodio acuto. Se non c’è cardioversione spontanea, si può tentare la cardioversione farmacologica somministrando farmaci antiaritmici.
- Fibrillazione Atriale persistente: la Fibrillazione Atriale parossistica diventa Fibrillazione Atriale persistente quando la sua durata supera i 7 giorni oppure quando ha una durata inferiore perché interrotta da interventi farmacologici o elettrici.
- Fibrillazione Atriale permanente: è definita cronica quando persiste e quando i tentativi di cardioversione non sono stati effettuati o sono stati inefficaci. La Fibrillazione Atriale permanente tende a manifestarsi in un paziente già portatore di malattia cardiaca. In casi particolarmente gravi, un paziente cardiopatico può andare incontro a scompenso cardiaco.
Come rilevare la fibrillazione atriale?
Per diagnosticare la fibrillazione atriale sarebbe sufficiente un elettrocardiogramma, il problema è però rappresentato dalla difficoltà di cogliere l’aritmia quando è presente ed è per questo che si utilizzano diversi sistemi di rilevazione:
“È necessario consultare lo specialista e/o andare a fare un elettrocardiogramma, ma non è detto che la fibrillazione ci sia ancora.
Possiamo quindi ricorrere e usare dei meccanismi di registrazione come l’holter ECG che monitorano l’attività cardiaca fino a una settimana semplicemente con un cerotto che trasmette il segnale a una centrale diagnostica in grado di rilevare il verificarsi di eventuali episodi. Oppure potremmo avvalerci degli apparecchi per misurare la pressione con all’interno un software in grado di misurare la pressione e rilevare una fibrillazione.
Diversamene basta mettere 3 dita alla radice del pollice e sentire il proprio polso. Se è ritmico, senza pause o accelerazioni, stiamo tranquilli. Se è un po’ ballerino possiamo dubitare di avere una fibrillazione atriale.
A prescindere dal metodo di rilevazione utilizzato, l’Importante è che una volta acclarato che abbiamo la fibrillazione atriale dobbiamo assolutamente essere ligi nella terapia prescritta dal cardiologo.”
I nuovi algoritmi presenti negli apparecchi di rilevamento della Fibrillazione Atriale hanno dimostrato di avere un’elevata sensibilità e specificità (>95%) per questa particolare aritmia cardiaca, rendendo di fatto lo screening della Fibrillazione Atriale una buona abitudine alla portata di tutti, senza appesantire il carico di lavoro del personale sanitario.
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