Ogni anno si registra un aumento di casi di ICTUS tra i soggetti giovani a causa della maggior diffusione e abuso di alcol e droghe.
E’ noto che l’ICTUS sia una malattia strettamente correlata all’età, ma è stato rilevato un aumento di casi nelle fasce più giovani. Alcool e droghe sono i fattori di questo aumento di casi in età giovanile. L’irruenza con cui l’ICTUS colpisce i giovani si associa ad un tasso maggiore di mortalità e ad un aumento di disabilità, la quale è ovviamente più penalizzante a causa delle aspettative più lunghe di vita.
L’abuso etilico, è considerato un fattore di rischio per ICTUS sia ischemico che emorragico, ed aumenta in proporzione alla quantità assunta. Interviene sia come rischio classico, aumentando di 3-4 volte la probabilità di incorrere in un episodio di patologia cerebrovascolare, sia come rischio precipitante, cioè che determina l’insorgenza dell’evento acuto. I forti bevitori, ovvero le persone che abusano di oltre 3 volte rispetto allo standard di alcol al giorno hanno un rischio molto elevato, sia di infarto sia di fibrillazione atriale, uno dei maggiori fattori di rischio ICTUS. I bevitori moderati, ovvero i soggetti che bevono più o meno 2 dosi standard al giorno hanno un rischio invariato. Le alterazioni cerebrali legate all’abuso di alcol cronico creano dei veri e propri deficit dell’attenzione, infatti riducono le performance di memoria, delle funzioni esecutive e di rendimento.
La cocaina aumenta drasticamente il rischio della malattia; tale aumento di rischio è maggiore per il fumo della sostanza, ovvero il crack rispetto all’inalazione. Il rischio riguarda soprattutto le forme emorragiche, ma non sono da meno quelle ischemiche. L’alterazione degli stimoli causati dalla cocaina determina vari effetti, tra i quali una riduzione del flusso sanguigno al muscolo cardiaco determinando un disequilibrio tra richiesta e apporto di ossigeno e conseguente sofferenza ischemica, un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa sistemica e della contrattilità delle cellule cardiache. Nel lungo termine, si può osservare un deterioramento progressivo della funzione cardiaca, anche in assenza di pregressi eventi ischemici sintomatici, con importante riduzione della “funzione di pompa” e lo sviluppo di scompenso cardiaco cronico.
Per quanto riguarda i cannabinoidi le analisi scientifiche riportano che c’è una stretta relazione temporale tra esposizione alla cannabis e ICTUS ischemico. I cannabinoidi, sono dei forti antiossidanti, cioè in grado di neutralizzare le molecole ossidanti pericolose a livello celebrale, infatti possono agire sulla frequenza cardiaca, la motilità dei vasi arteriosi e quindi sulla pressione arteriosa. Quando si è colpiti da un ICTUS, una parte consistente del danno non si verifica subito, in conseguenza della mancanza di ossigeno al cervello, ma per colpa di una serie di reazioni chimiche che scatenano la produzione di agenti ossidanti fortemente distruttivi, i quali disgregano le cellule un po’ come se le bruciassero.
In ultimo gli oppiacei come l’eroina, le metanfetamine come l’ecstasy o similari, con il loro forte effetto vasopressorio, agiscono sul sistema nervoso centrale, deprimendo gli impulsi nervosi e rallentando le funzioni cerebrali dell’individuo causando molto spesso emorragie.
Gli effetti psico-cognitivi dell’uso cronico di droghe e alcol inoltre crea problemi di astinenza causando aumento di patologie psichiatriche, disturbi dell’apprendimento, memoria, umore fino ad arrivare all’overdose con possibili effetti letali.
In questi casi la prevenzione dell’ICTUS riguarda il miglioramento del proprio stile di vita evitando il consumo di droghe e riducendo il consumo di alcol prediligendo attività fisica e manuale per distogliere l’attenzione dalla dipendenza e ridurre l’astinenza.