Magazine ICTUS, Ipertensione Arteriosa, Pressione Arteriosa

Si parla di “problemi di cuore”. Purtroppo, non sempre per raccontare storie di passioni e grandi amori ma, anche, per ricordare l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Purtroppo, sembra che le donne, contrariamente a quanto si pensi, siano più esposte degli uomini al rischio di patologie cardiache. I numeri sono davvero elevati: secondo dati del 2021, ogni anno in Italia 124mila donne vengono colpite da infarto (una ogni 5 minuti) e 70mila subiscono un ICTUS, dati sufficienti a testimoniare la “fragilità” del cuore femminile e i rischi correlati. Il quadro è stato peggiorato dalla pandemia da Covid-19: le statistiche confermano, infatti, che l’insorgenza di patologie cardiache femminili negli ultimi mesi può essere ricondotta anche alle condizioni di enorme stress generato dal Coronavirus. Analogamente, è accertato che il timore del contagio ha tenuto migliaia di pazienti cardiopatiche lontane dalle strutture ospedaliere e che migliaia di visite mediche, esami, impianti di dispositivi salvavita, come il peacemaker, sono stati sospesi o rinviati, con esiti spesso irreversibili. A rincarare la dose sul maggior rischio delle donne di incorrere in un ICTUS, vi è una ricerca, pubblicata su Neurology, dall’autrice Cheryl Bushnell, professore associato di neurologia al Wake Forest Baptist Medicai Center di Winston-Salem, North Carolina. La professoressa Bushnell, afferma sì, che gli ICTUS colpiscono più le donne, ma anche che queste ultime sopravvivono con una qualità di vita peggiore rispetto agli uomini che subiscono un ICTUS.

Nello studio è stata appunto paragonata la qualità della vita nelle donne e negli uomini dopo un ICTUS o un TIA (Attacco Ischemico Transitorio) analizzando 1.370 pazienti fra i 56 e i 77 anni di età tenendo conto dell’autonomia residua del paziente come la capacità di muoversi, di aver cura di sé, di svolgere le normali attività quotidiane, e di aspetti quali la depressione, l’ansia e il dolore.  Purtroppo, è emerso che nelle donne la qualità della vita misurata a distanza di un anno dall’evento risultava peggiore: a 3 mesi dall’ICTUS le donne, rispetto agli uomini, avevano maggiori problemi di mobilità e livelli più elevati di dolore, disagio, ansia e  depressione, soprattutto oltre i 75 anni. A un anno dall’evento, la qualità della vita nelle donne continuava ad essere peggiore rispetto agli uomini, a prescindere dall’età.

‘Negli anni, le cure dopo un ICTUS sono indubbiamente migliorate e in modo sempre più efficiente ma, come sostiene Paola Santalucia, specialista in Neurologia e Cardiologia all’Ospedale Policlinico di Milano e vicepresidente di ALT- Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus, ci deve essere un’ulteriore evidenza della differenza di sesso e di genere nelle manifestazioni della malattia cerebrovascolare. L’attenzione della comunità scientifica non può più prescindere dalla valutazione delle differenze di genere che riguardano l’ICTUS sia per quanto concerne la distribuzione dei fattori di rischio che le manifestazioni di malattia e la disabilità residua. Deve esserci maggiore attenzione alle cure che prevedono un approccio di genere efficace per migliorare l’intervento sanitario sia negli uomini che nelle donne.

Ovviamente per evitare l’insorgenza di ICTUS sia per le donne ma anche per gli uomini la parola d’ordine rimane, come sempre, prevenzione.

Secondo la World Stroke Organization il 50% degli ICTUS è evitabile. Fare prevenzione è dunque possibile, escludendo gli ICTUS dovuti a cause genetiche e dunque non prevenibili, l’incidenza di ICTUS cerebrale può essere contrastata con la prevenzione primaria.

Per prevenzione primaria si intende l’eliminazione dei fattori di rischio come il fumo di sigaretta, ma anche svolgere regolare esercizio fisico, seguire un’alimentazione equilibrata che eviti l’accumulo di colesterolo, tenere sotto controllo peso corporeo e Pressione Arteriosa. Monitorare la salute cardiovascolare soprattutto con l’avanzare dell’età è molto importante. In questo modo si potrà anche escludere o eventualmente diagnosticare la Fibrillazione Atriale, un altro importante fattore di rischio ICTUS.

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