La sindrome delle Apnee Ostruttive nel sonno (OSAS) è il più comune disturbo respiratorio notturno, con una prevalenza nella popolazione adulta che oscilla tra il 4% in soggetti di media età e maggiore del 20% in soggetti dopo i 60 anni, ovvero con un incremento con l’età e una preponderanza maschile.
RUSSAMENTO E APNEE NOTTURNE OSTRUTTIVE
L’apnea notturna ostruttiva
Si caratterizza per ripetuti e transitori episodi di ostruzione, parziale o completa, delle vie aeree superiori durante il sonno con interruzione dello scambio di gas negli alveoli polmonari, mentre il controllo centrale della respirazione e dei movimenti toracici e addominali è preservato. La sintomatologia notturna è caratterizzata da russamento, risvegli con sensazione di soffocamento, insonnia, nel periodo diurno causa sonnolenza, stanchezza e difficoltà di concentrazione. La sonnolenza diurna è tipica e può arrivare a interferire drammaticamente con la vita lavorativa e sociale dei pazienti, con una frequenza di incidenti stradali e lavorativi fino a 10 volte superiore rispetto alla popolazione generale.
E’ importante precisare che il 70-80% dei pazienti con Apnee Notturne Ostruttive è sovrappeso o obeso, questo perché quando si sta sdraiati il grasso preme sulle vie aeree, comprimendole e impedendo il passaggio dell’aria. Lo sforzo per respirare aumenta la pressione nel circolo polmonare e sul cuore, che fatica molto per pompare di più e sopperire anche alla riduzione dell’ossigeno in circolo. Alla fine di ogni Apnea Notturna Ostruttiva, inoltre, c’è una breve tachicardia che richiede sangue al cuore e alle coronarie ma il sangue che arriva è povero di ossigeno, per cui il sistema cardiovascolare si affatica. A tutto ciò si aggiunge l’aumento della viscosità del sangue associato alle Apnee.
Tale patologia può essere un fattore di rischio per lo sviluppo dell’Ipertensione Arteriosa, di patologie cardiovascolari e di ICTUS. Nei pazienti con ICTUS acuto la prevalenza dell’Apnea Ostruttiva nel sonno è intorno al 60%.
Russamento
Russare è l’anticamera delle Apnee. Nello specifico il russamento differisce dalle Apnee Ostruttive Notturne in quanto queste durante la notte le prime vie aeree collassano e per qualche secondo l’aria non passa; mentre nei russatori, invece, l’ostruzione al passaggio dell’aria è incompleta e non si verifica un’Apnea vera e propria.
Il russamento in generale è dovuto al passaggio dell’aria attraverso vie aeree superiori ristrette, con comparsa di un flusso turbolento e vibrazione di ugola e palato molle. L’ostruzione delle vie aeree superiori si verifica più frequentemente a livello orofaringeo, unico segmento privo di un sostegno scheletrico o cartilagineo e pertanto facilmente collassabile, quando la persona assume la posizione supina e il tono muscolare si riduce come avviene nel sonno. Russare aumenta il rischio cardiovascolare; il pericolo di ICTUS sale di circa 4 volte, quello di Ipertensione cresce di due volte e mezzo e la probabilità di diventare diabetici raddoppia.
APNEE E ICTUS
Diversi studi hanno dimostrato come le Apnee Notturne Ostruttive siano molto frequenti in pazienti con ICTUS o Attacco Ischemico Transitorio, o TIA, e come rischio, gravità e impatto risultino significativamente più elevati nei pazienti con Apnee. Per questo, in soggetti che soffrono di Apnee Notturne Ostruttive, il corretto monitoraggio di Pressione Arteriosa e Fibrillazione Atriale con uno strumento validato e riconosciuto scientificamente contribuisce a prevenire un eventuale insorgenza di ICTUS.
I rapporti tra Apnee nel sonno ed ICTUS sono complessi: vi è una crescente evidenza che l’Apnea Notturna Ostruttiva rappresenti un fattore di rischio indipendente per diabete mellito tipo 2, Ipertensione Arteriosa, Cardiopatia Ischemica ed Aritmica. La sindrome delle Apnee Ostruttive nel sonno si associa a un aumentato rischio di ICTUS: numerosi studi hanno infatti mostrato una elevata prevalenza di Apnea Notturna Ostruttiva che supera il 60% in pazienti con ICTUS e tale associazione è indipendente da altri fattori di rischio cardiovascolari e cerebrovascolari, Ipertensione inclusa. Le Apnee inducono oscillazioni parossistiche dell’attività simpatica che favoriscono la comparsa di Ipertensione Arteriosa.
DIAGNOSI E CURA
Maggiore è la probabilità che il soggetto presenti una sindrome delle Apnee nel sonno con un quadro clinico ricco di sintomi e segni, più semplice può essere il sistema strumentale da utilizzare. Dal numero degli eventi respiratori per ora di sonno si ottiene l’indice di disturbo respiratorio, che deve essere integrato alla valutazione clinica per una corretta definizione diagnostica e terapeutica.
L’approccio terapeutico è necessariamente multidisciplinare e deve essere coordinato da esperti in medicina del sonno. Fondamentale in tutti i pazienti è l’intervento sullo stile di vita come perdita di peso, attività fisica, sospensione dell’alcool e dei sedativi benzodiazepinici nelle ore serali e non dormire in posizione supina. La terapia strumentale si basa in generale sull’utilizzo di ventilatori C-PAP (Continuous Positive Air Pressure), che rappresentano la terapia di più provata efficacia e agiscono aumentando la pressione nelle vie aeree superiori in maniera controllata.
In virtù delle crescenti possibilità diagnostiche e terapeutiche, le Apnee del sonno devono essere diagnosticate sia in fase acuta che nell’ottica di prevenzione dell’ICTUS e più generale delle patologie cardiovascolari da parte dello specialista e del medico di medicina generale.