L’ ICTUS è un danno cerebrale che si verifica quando un’arteria si occlude o si rompe causando come conseguenza l’interruzione dell’afflusso di sangue al cervello.
Si crede che l’ICTUS colpisca prevalentemente gli anziani ma solo in Italia circa 12.000 persone di età inferiore ai 55 anni vengono colpite ogni anno.
È stato chiesto al dottor Antonio Giovanzana – ex Coordinatore della S.I.I.A.- Società Italiana Ipertensione Arteriosa per la Regione Lazio e responsabile del Centro per l’Ipertensione presso il Policlinico Umberto I a Roma –di saperne di più riguardo l’ictus, quali sono i sintomi dell’ictus e quali sono le misure di prevenzione.
Quali sono i sintomi dell’ictus?
I sintomi premonitori dell’ICTUS sono la bocca che si storce, un braccio o una gamba che diventano deboli, le frasi sconnesse o in generale difficoltà a parlare.
Un ruolo fondamentale lo ricopre il tempismo chiamando subito il 118 non appena si ha un sospetto di ictus in corso.
Negli ospedali ci sono unità di cura specializzate per il trattamento dell’ICTUS in grado di ridurre le disabilità gravi e anche il rischio di morte se si agisce con celerità, come enunciato dal dottor Giovanzana:
“C’è una formuletta facile da memorizzare F.A.S.T. e significa:
F come FACE (faccia): il sorriso normale del vostro caro diventa una smorfia senza motivo;
A come ARMS (arti): il vostro caro non muove il braccio o la gamba come è abituato a fare;
S come SPEAK (parlare): non riesce a parlare, sembra assonnato, sembra quasi ubriaco, chiediamo di ripetere facilmente le parole “ti voglio bene” e non riesce a dirle;
T come TIME (tempismo): se interveniamo nella finestra diagnostica di 3-4 ore dal presentarsi dei sintomi siamo certi di aiutare il nostro caro a non incorrere in danni irreversibili.”
Cosa fare per prevenire l’ictus?
Il dottor Giovanzana sottolinea che i fattori di rischio ICTUS riconosciuti dalla comunità medica e scientifica vengono classificati in fattori non modificabili come la predisposizione familiare, il sesso e l’età e fattori modificabili, categoria di appartenenza della maggior parte dei rischi:
“ Per prevenire l’ictus dobbiamo avere un comportamento di vita il più possibile sano. Evitare il fumo di sigaretta o ridurlo al massimo è fondamentale.
Non eccedere nel peso. Cercare di non avere la causa principale dell’afflusso e della migrazione dei coaguli ovvero l’obesità. Se noi siamo obesi il sangue ristagna per assolvere alle sue funzioni digestive, quindi si crea il coagulo. Quando poi una forza maggiore legata a una pressione non controllata dà una spinta, questo coagulo può raggiugere le aree celebrali e creare un danno non sempre reversibile.
Seguire un’alimentazione corretta, povera di grassi perché il coagulo è favorito se ci sono disturbi lipidici. Se il nostro colesterolo è alto e non controllato ci troveremo ad avere questa situazione”.
Cambiare lo stile di vita è la base di partenza.
Il fumo è uno dei nemici principali della circolazione sanguigna perché la nicotina ha effetti molto negativi sulle nostre arterie:
- genera aterosclerosi, ovvero un’alterazione delle pareti delle arterie che perdono la loro elasticità, si ispessiscono e a lungo andare si ostruiscono, impedendo il normale flusso sanguigno e generando rischi di infarti, trombosi e ICTUS;
- aumenta l’aggregazione piastrinica, cioè la tendenza delle piastrine ad attaccarsi tra loro e formare coaguli nelle arterie che possono poi generare ICTUS;
- aumenta la pressione arteriosa, uno dei principali fattori di rischio ICTUS.
Il sovrappeso favorisce lo sviluppo combinato di diabete (di tipo 2) e colesterolo alto, che sono rispettivamente un eccesso di glucosio nel sangue e un eccesso di depositi di grasso nei vasi sanguigni, (placche aterosclerotiche).
I depositi di grasso nei vasi sanguigni portano a un restringimento che a lungo andare può generare l’ostruzione delle arterie, provocando un ICTUS.
Anche il diabete nel tempo provoca un irrigidimento delle arterie e la formazione di placche arteriosclerotiche, predisponendo chi ne soffre ad un maggiore rischio ICTUS.
Modificare alimentazione e stile di vita in questo caso specifico può essere davvero la migliore arma di prevenzione ICTUS (e non solo) che si ha a disposizione, anche se esistono terapia farmacologiche che aiutano a tenere sotto controllo diabete e colesterolo. È Importante non dimenticarsi mai di fare esami del sangue periodici per tenere monitorati questi valori e intervenire con tempestività in caso di necessità.
Monitoraggio della pressione
La S.I.I.A. riconosce come valori pressori di normalità per l’età adulta di 115-140 mmHG come massima (pressione sistolica) e 75-90 mmHg come minima (pressione diastolica).
Se i valori eccedono a questi, allora si parla di ipertensione, che si manifesta quando la circolazione sanguigna diventa difficoltosa, ad esempio a causa di ostruzioni, vasi sanguigni ristretti o meno elastici. In questo caso il cuore farà più fatica a far circolare il sangue e a farlo arrivare in tutti i punti del nostro organismo e dovrà esercitare una maggiore pressione che alla lunga può causare un ICTUS precisa il dottore:
“la pressione non controllata è uno degli elementi favorenti dell’insorgere dell’ictus, dobbiamo quindi stare molto attenti. Se poi già siamo stati colpiti da un ictus dobbiamo essere disciplinati nell’assumere le terapie nel modo corretto. Con i nuovi Anti Coagulanti Orali non dobbiamo assolutamente ridurre le dosi. Ridurre le dosi eleva in maniera esponenziale il rischio di recidiva di ictus”.
La S.I.I.A. calcola che circa 15 milioni di italiani soffrono di ipertensione arteriosa, ma solo la metà delle persone ne è consapevole, perché la pressione alta non dà sintomi immediati.
È fondamentale quindi controllare regolarmente la pressione e verificare che sia nella norma. In caso di ipertensione arteriosa il medico individuerà la terapia migliore per curarla e per prevenire esiti peggiori come ICTUS o infarto.
In conclusione il Dottore riporta un dato incoraggiante:
“Un notizia confortante è che dopo 4 anni dal primo episodio di ictus è quasi impossibile che si verifichi una recidiva sempre che si sia stati molto attenti a evitare i fattori modificabili di rischio e a monitorare regolarmente la propria pressione arteriosa perché gli emboli sono spostati soprattutto da sbalzi pressori”.
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